611. Guerra all'intelletto!

Posso ben dirlo adesso ora che la cosa è superata. Lotmar, amico mio, mi hai servito bene, te ne sarò sempre grato, ma le nostre strade si sono separate di nuovo. Ti vedo ancora bene, di là, con occhi sereni.

Devo tendere l’arco per più lontani bersagli, altrimenti mi immiserisco in questo sudicio, ordinatissimo stato di cose. Se no, la cosa diventa troppo pacifica.

E ciò che è raggiunto non ha più vitalità. Questo ambiente non può restare a lungo la mia patria. Altrimenti mi smarrisco.

Devo cadere in ginocchio in qualche luogo dove non vi sia nulla e rimanervi profondamente turbato.

Basta con il riso amaro su ciò che non è come dovrebbe essere.