605. Io non mi presterei a fare come D. Non dico ciò in senso spregiativo. Ho visto anche in Haller una passione così forte. Io invece, al contrario, dispongo di una raffinata tattica di risparmio. So riconoscere esattamente tutti i pericoli; nel periodo della pubertà ho potuto scorgere talvolta aspetti di quest'inferno e ciò mi è bastato.
Da allora, quanto ho di più intimo è un sacrario chiuso. Non alludo soltanto all'amore, perché ho un bel parlare in proposito, ma a tutti i fronti di battaglia intorno a me, su cui gli assalti del destino potrebbero in qualche modo aver successo.
Resta da vedere se questa tattica può portare a un certo impoverimento. Non l’ho scelta liberamente, si è anzi sviluppata da sola in me, assai per tempo.
Forse vi ha la sua parte l’impulso di produzione artistica quale imperativo supremo. Forse tutto questo non è nemmeno da giustificare razionalmente ma è la manifestazione di una istintiva filosofia della vita che mi aiuta a superare gli ostacoli di questo mondo, dovesse pur condurmi a un completo isolamento.
Certamente nei momenti produttivi ho il gran vantaggio di conservare una calma assoluta, di essere tutto me stesso, non un io occasionale, bensì un io integrale, puro strumento. Un io soggetto a convulse alterazioni pregiudica lo stile e finisce col dover uscire dal proprio ambito, in ossequio al convenzionalismo della moda. 
«Buon giorno, signor io, che cravatta ha scelto oggi?» si è tavolta tentati di dire a una delle nostre «opere d'arte». 
Sono dunque ben corazzato per affrontare la mia futura attività.
Se non interviene qualcosa di nuovo non avrò altro da dire. Rompo col passato in segno di presagio.