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La notazione scura dell’energia luminosa continua il suo gioco. Questa impressione analoga a quella della della negativa fotografica va ritenuta valida senz’altro dal punto di vista figurativo, in mezzo al fondo bianco.

Vi si aggiunge ancora il tentativo di una distribuzione ritmicamente distorta, controllata però da una legge. A scopo di studio ricorro all’aiuto del mezzo meccanico. In teoria il becco di cicogna potrebbe venir puntato in modo sbagliato, ma questa contorsione presenta prima la possibilità di una visione di insieme.

Per ovviare a quest’ultima manchevolezza ho ideato il seguente procedimento: eseguire a penna un disegno normale su vetro. Poi fare scuro in camera, accendendo una candela o meglio ancora un lume a petrolio per poter regolare la fiamma. La lastra di vetro va posta in posizione inclinata fra la fonte luminosa e il foglio trattato con la nuova tecnica appoggiato orizzontalmente sul tavolo. 

Risultato: nel quadro «giusto» si ha AB, BC, CD, mentre il quadro proiettato o «contorto» dà invece A’B’, B’C’, C’D’.

In ogni singolo caso, spostando la lastra in vari angoli, facevo le prove più diverse, finché riuscivo a ottenere l'alterazione più confacente. Ma ogni singola alterazione era, per la normalità della sproporzione, in qualche modo convincente.

proiezione 1911 892.jpg

Infine ho completato parecchio in senso compositivo secondo il principio pseudoimpressionista: «Ciò che non mi va lo taglio con la forbice».