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(…) Ero l’immagine di un libro di storia dell’arte, mi sono avviato verso l’impressionismo e poi al di là di questo.

Che ci sia una linea che profitti dell’impressionismo e a un tempo lo superi è un fatto assolutamente capace di elettrizzarmi. «Concede la linea nel senso del progresso.»

Essa ha determinato la compatibilità fra le mie tenui irregolari lineette, tracciate a capriccio come dalle zampette di un animaluccio, e i saldi precisi limiti che le domano. E questo avrà ulteriori sviluppi nei miei disegni; sino alla linea che divora e digerisce quelle zampette. L’assimilazione. Oggi le mie superfici appaiono ancora un po’ vuote, ma non sarà più per molto!

In momenti sereni abbraccio talora con lo sguardo dodici anni di storia della mia più intima essenza, quella del mio «Io» convulso, prima, quando tutto temevo, poi quella della graduale scomparsa delle mie titubanze e timori.

E tutto questo non lo avevo previsto.