633. Dipingere col bianco corrisponde al modo di dipingere della natura. Se esco dallo specifico e rigoroso campo grafico dell'energia nera, mi rendo conto di entrare in una vasta zona nella quale, in un primo tempo, avrò difficoltà a orientarmi bene. Incute certo paura questa «Terra incognita»

Ma sarà necessario avanzare. Forse madre natura mi porgerà la mano per aiutarmi a superare più d'un punto difficile.

Questo passo innanzi dovrò compierlo, perché si è annunciato da tempo in parecchi dei miei precedenti lavori. Poiché quelle poche incisioni non sono di certo tutto il lavoro degli ultimi due anni. Solo che molti schizzi non si prestavano a venir inseriti in un genere di forma rigorosamente astratto. Essi stanno lì ad attendere.

È giunto il momento di avanzare.

Comincio logicamente dal caos, com'è naturale. Sono tranquillo perché posso cominciare con l'essere caos io stesso. Quest’è la mano materna della natura. Tuttavia davanti alla tela bianca sto spesso con tremore e titubanza. Poi mi riscuoto e mi avvio per la stretta via di rappresentazioni lineari. Così va bene, perché in questo campo mi ero esercitato con energia e costanza.

È comodo poter da prima essere caos.

I primi tratti chiari su questo fondo non fanno l'effetto di travolgente veemenza dei tratti neri su fondo bianco. Si può essere più tranquilli. L'effetto nero originario corre in senso opposto, comincia lì dove la natura ha cessato d'agire. Poi però si ha la stessa sensazione che se il sole sorgente sfiorasse appena valli tenebrose e nel levarsi più in alto la sua luce vi penetrasse più profonda, mentre vi indugiano ancora le ultime tenebre.

Nello stesso tempo il destarsi di concetti relativi a campi particolari: intarsio in legno e una sottospecie della litografia. Forse è prossimo il compenso per tante ore amare.