I Diari, 1898 - 1918

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Esiste un terzo nucleo della produzione kleeiana, indisgiungibile da teoria e opera. È costituito dal suo percorso esistenziale di artista astratto, pervenutoci in diverse forme. La prima corrisponde al periodo formativo, e si manifesta nelle differenti stesure autografe dei Diari. Sono redatti in frammenti numerati e cominciano con i primissimi ricordi d'infanzia, fatti riemergere dalla memoria e annotati. Klee vi riporta tecniche di ricerca grafica, sogni, poesie, viaggi, letture, musica ascoltata ed eseguita, riflessioni filosofiche e introspettive, e quant'altro abbia riempito i suoi giorni, dalla nascita sino al 1918. In questo arco di tempo si svolge la sua formazione, di uomo e di pittore. Un diario così accurato è certamente una preziosa fonte di documenti, ma nel caso di Klee è doppiamente importante, perché proprio nei Diari egli registra gli elementi costitutivi dell'opera stessa, così che i chiarimenti che ne derivano vanno spesso a completarla, a innescarne le funzioni rappresentative, a restituirne il significato più profondo.

Nel 1918 le annotazioni dei Diari si chiudono; da qui in poi la sua “attività autobiografica”, se così è ancora possibile definirla, cambia radicalmente: sino a questo punto egli ha fatto a se stesso da cronista ma da ora in avanti, ribaltando tale rapporto, egli si realizza nella materia delle sue composizioni diventando artefice del proprio destino. Un diario è opera del tempo, ed è in funzione del tempo che Klee ha rappresentato sino a questo momento la propria vita. Dal 1918 in poi la cronaca esistenziale si fa tutt’uno con la produzione artistica. Nel 1920 è chiamato a far parte dei maestri del Bauhaus di Walter Gropius. Circa quattromila fogli, ordinati in quaderni e fascicoli, sono la forma in cui giungeranno a noi i risultati teorici degli anni successivi.

 Gli originali dei Diari sono conservati a Berna. L'edizione alla quale si fa normalmente riferimento in questo blog è Paul Klee, Diari 1898-1918, Il Saggiatore, Milano 1960.

 
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