Le vie alla percezione

Vie della percezione.jpg

Nel saggio pubblicato nel 1923 Vie allo studio della natura Klee mette nero su bianco lo schema definitivo delle Vie alla percezione. Vi rappresenta le modalità in cui l'artista viene raggiunto da sollecitazioni esterne attraverso tre diverse direttrici che si concentrano in un unico occhio ideale, dotato di funzioni fisiologiche quanto intellettuali. Per nostra comodità, sperando di non spiacere al maestro, riproduciamo lo schema tradotto in italiano.

È determinante rendersi conto di un dato fondamentale: questo schema è la descrizione di un processo di contemplazione. Tra pittore e oggetto non vi è un rapporto di alterità, poiché essi rinascono come protagonisti di una relazione dialettica tutta interna alla coscienza del pittore.

L'oggetto si trasforma in un generico “Tu” che ora diventa riflesso, immagine speculare dell'Io; nella legge della percezione esso non è altro che una delle infinite forme che le energie interiori dell'artista possono assumere nella relazione con il mondo. Non è solo uno schema operativo ma una sistemazione filosofica che ribalta le prospettive: un nuovo Homo ad circulum, piccolo miracolo di rifondazione artistica e conoscitiva che egli pone alla base del suo progetto umanistico.

L'Occhio/Io/(Artista) è raggiunto dal fenomeno non solo attraverso la vista. Il fenomeno stesso non è più solo una superficie illuminata ma qualcosa di massa ben maggiore e cioè l'interiorizzazione visuale del Tu/(Oggetto). L'Io e l'Oggetto sono parte di una relazione di conoscenza metafisica, che passa attraverso due distinti ambiti. Uno ha carattere statico, e si sviluppa attraverso la via non ottica della comune radice terrestre, e uno di carattere dinamico, universale, attraverso la via non ottica della comune appartenenza cosmica.

 

Placido Cherchi, il maggiore studioso del corpus teorico kleeiano, descrive così la sofisticata evoluzione filosofica che sta alla base della rivoluzione percettiva operata da Klee: «Già tale problema era accennato nella Konfession ma, rispetto a quell'intuizione, esso riceve qui una particolare accentuazione che vale a sottolineare vigorosamente l'identità esistente tra l’ambito cosmico in cui si contestualizza l’oggetto e l’ambito psico-somatico entro il quale pensa e si muove l’artista. Il significato di questa identità non appare però scontato — come si potrebbe credere — perché consiste anzi nella difficile scoperta delle relazioni effettive che stringono nella totalità cosmica l’uomo e gli elementi: e Klee vi giunge come al solito attraverso un'autentica riduzione fenomenologica, facendosi soggetto e oggetto al tempo stesso, oggetto fra gli oggetti, “creatura nell’ambito del tutto — creatura vivente su un astro tra gli astri”. Una grande realtà naturale coinvolge a un tempo l’artista e l'oggetto, né può accadere all’uno qualcosa di radicalmente estraneo all'altro: sottili fili invisibili legano in una vicenda sincrona lo sviluppo del divenire umano e di quello naturale»

(P. Cherchi, Paul Klee teorico, cit., p. 210).

 
Indietro
Indietro

Linea, superficie e zona mediana

Avanti
Avanti

I Diari, 1898 - 1918