Linea, superficie e zona mediana

Presso il Zentrum Paul Klee di Berna è conservato un quaderno dalla copertina rigida sulla quale è stampigliato Klee Bauhaus Weimar. Il Form Maister Klee ha apposto nel frontespizio il titolo Beitrage zur bildnerishen Formlehre, e cioè Contributi alla teoria della forma. Da non molto tempo il Zentrum ha provveduto a rendere disponibili on line tutti i fogli con annotazioni teoriche di mano del maestro. A questo link potrete consultare l’intero quaderno. Una certa parte di questi contenuti sono pubblicati in italiano nel volume Paul Klee, Teoria della Forma e della Figurazione edito da Feltrinelli.

© Zentrum Paul Klee Bern

© Zentrum Paul Klee Bern

Nei Contributi alla teoria della forma sono annotati molti dei punti nodali della teoria kleeiana. Fra questi compare uno schema dalla portata teorica incommensurabile per tutto il lavoro di Klee. Giunge dopo due pagine dove è affrontato l’argomento delle dinamiche di linea e superficie nel generare le figure fondamentali. Ci troviamo molto prossimi alla sorgente della teoria kleeiana della figurazione.

© Zentrum Paul Klee Bern

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La formula di Klee considera i due elementi non assimilabili, ognuno regnante in uno specifico dominio. In quello della linea è il movimento del punto a generare la forma, in quello della superficie è il moto della linea. Tra i due elementi esiste un rapporto di reciprocità, illustrato da un paradigma squisitamente linguistico: nel proprio campo ciascun elemento è attivo e l’altro ne subisce la preponderanza genetica.

Attivo: io faccio cadere L’uomo con l’ascia fa cadere l’albero
Medio: io cado L’albero cadde all’ultimo colpo d’ascia dell’uomo
Passivo: io vengo fatto cadere L’albero giacque abbattuto

Come già fatto in altri casi, sperando di non spiacere al maestro riproduciamo lo schema tradotto in italiano.

Come un fisico teorico Klee produce un modello, che nel suo caso è un prodotto figurativo. La sua formula è uno schema dinamico che mira a riprodurre in modo controllato il comportamento reciproco di forze fondamentali.
Nel suo modello è verificata l’esistenza un campo intermedio, una zona mediana incastonata tra i due regni empirei e sempiterni, esclusi dal tempo. In questo terzo ambito linea e superficie interagiscono attraverso un ideale flusso lineare che assume la forma di un segno di infinito. La forma è percettibile nella zona mediana mentre diviene, passando dall’ieri all’oggi. È il campo dove la figurazione giunge a rendere visibile il proprio prodotto, contrariamente ai puri principi genetici che la sorreggono che restano nascosti al di là dei margini fisici dell’opera d’arte.
In questi termini l'ambito intermedio della rappresentazione astratta si colloca tra l'assoluto e la realtà visibile, rivelandone uno dei possibili significati.


Caso straordinario, quello in cui tutto è ritagliato, in cui nessuna forma intera entra in campo. Dal punto di vista dell’espressione, ciò ha alcunché di straordinario. Si tratta in effetti d’un ampliamento occulto del campo d'azione, per cui solo una parte del tutto viene attivata. Esiste qui dunque la possibilità di raccogliere moltissime cose nell'effettivo campo d'azione, senza tuttavia provocare un eccessivo affollamento. Tramite questo tacito ampliamento del campo d’azione, si ha, per cosi dire, una liberazione tra parentesi. (...) Si ha l'impressione che solo una parte sia visibile, e che tutto il resto taccia ma sia ricostruibile coll'immaginazione. Quel che conta, in questo procedimento, è che proprio la cosa più interessante e importante dell'intero processo sia quella staccata dal resto e resa percepibile.


Il concetto base del divenire, in Teoria della forma e della figurazione, p. 393

 
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