Morte violenta

Morte violenta, 1912 88, penna su carta montata su cartoncino, Paul Klee Stiftung © Paul Klee Stiftung Photo Peter Lauri

Morte violenta, 1912 88, penna su carta montata su cartoncino, Paul Klee Stiftung © Paul Klee Stiftung Photo Peter Lauri

Come annunciato vi proporrò ora alcune delle rappresentazioni della dinamica di morte e rinascita registrate da Klee nella sua opera. Qualcuno potrebbe pensare che la bella primavera che ci circonda non si adatti a tale tema funereo. Ma è in realtà il contrario, poiché non è insolito che la primavera porti con sé sentimenti melanconici. Come mai? Diversi anni fa Michela Ricono, bravissima psicopedagogista, mi propose una risposta a quella domanda. “La primavera è nascita, la nascita è separazione, la separazione è lutto e il lutto mette in contatto con…” Non si dà quindi nascita senza morte? Certamente è così per Klee, che crea separando opposti a partire da un punto grigio estraneo a tempo e spazio.

Il rapporto di Paul Klee con il proprio progetto poetico è totalizzante. Vita, spirito, cosmo, tutto si fonde nell’opera. Il linguaggio grafico, la notazione scura dell’energia luminosa, è però uno strumento dispotico. Estende il suo potere su ogni cosa, materiale ed immateriale. Ciò che viene tradotto in forma luminosa vede orientato il proprio destino in modo imprevedibile. Tutto comincia quando l’artista in cerca del proprio stile scopre la valenza energetica della linea come luogo di sintesi di esteriorità ed interiorità, dove anima ed arti visive gli si rivelano commensurabili.

Mentre lavoro nella stanza a pianterreno e sto facendo la punta a una di quelle matite, una signora già alquanto sfiorita e un po' bisbetica si permette qualche pungente insinuazione. Non è rivolta contro di me, eppure mi sento leso. Nell'ira faccio sbadatamente deviare il tratteggio sul giornale cui è appoggiato il temperino. Allora mi calmo all'istante e mentre sono ancora percorso da un lieve tremito, tento di trovare due parole di giusta risposta.
Diari,
n. 590

Una volta assunto tale formidabile strumento quale sostanza del proprio progetto di rifondazione umanistica è il linguaggio stesso a metabolizzare ogni campo della vita spirituale di Klee, imponendo la propria ragione su ogni altra istanza. Dopo il momento serendipico di rivelazione seguono conferme che lo portano su di una strada che non sarà mai più abbandonata.

Ho avuto un attimo di speranza quando, giorni fa, incidevo su una lastra di vetro affumicata. Uno scherzo su porcellana me ne ha dato l'idea. Dunque, il mezzo non è più la linea nera, bensì quella bianca. Il fondo non è luce bensì tenebra; che l’energia abbia la facoltà di rischiarare corrisponde infatti alle leggi della natura.(…)
Il motto è dunque ora: «Sia fatta la luce.» Così mi avvio lentamente verso il nuovo mondo delle tonalità.
Diari
, n. 632

Morte violenta (1912, 88) rappresenta in modo letterale il rapporto tra l'artista e la figura che va a generare. Il tema dell'omicidio simbolico è declinato in questo disegno nei termini di energia semantica nei quali si è effettivamente svolto, e la parola “violenta” contenuta nel titolo esprime tutta la forza che Klee ha scoperto essere racchiusa nel segno. Un corpo è spezzato in due dalla forza di spessi e impetuosi tratti a penna che promanano, in cima al foglio, da Klee stesso, personificato nella firma. È in questo modo che nei lavori più semplici l’artista registra ciò che preme nell’animo, attraverso l’annotazione dell’energia come percepita in sé ed incanalata nella linea.

La natura del gesto resta interpretabile anche in senso filosofico, come lavoro intellettuale portatore di chiarezza ed illuminazione. È in questa accezione che Klee considera l'economia della linea, che vede come elemento simbolico ed effettivo di diradamento delle tenebre, funzionale al suo progetto di ridefinizione umanistica. Il gesto creativo è in definitiva quello di rigenerare sé stesso tramite l'opera quale puro verbo, idea in forma di energia semantica. La tecnica di rappresentazione astratta traduce le forze interiori in segno, trasformandole in energia rischiaratrice.
Proprio questa equivalenza tra energia dell’Io e combustibile semantico destinato a dare sostanza a tutta l’opera anima la seconda raffigurazione che l’artista dedica alla propria morte e rinascita: La morte per un ideale. Potete leggerne qui.


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La morte per un ideale

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Ricordo di ciò che hai sofferto