L'assassinio

L’assassinio, 1913 134, penna su carta montata su cartoncino, collocazione sconosciuta © Galerie Kornfeld Bern

L’assassinio, 1913 134, penna su carta montata su cartoncino, collocazione sconosciuta © Galerie Kornfeld Bern

Della serie di 3 lavori che voglio proporvi sul tema della morte poetica nell’opera di Paul Klee L'assassinio (1913, 134) è il lavoro più articolato. Vi troviamo descritto nei dettagli il processo «metalogico» che abbiamo evidenziato analizzando Morte violenta e La morte per un ideale.
Il movimento della linea anima la figura, muovendo da sinistra verso destra allo stesso modo di una scrittura o una notazione musicale. La linea prende le mosse da due diversi punti, uno che coincide con la firma Klee e un altro più in basso, in corrispondenza di un rudimentale asterisco. Dai due diversi luoghi di origine si dipana una narrazione per segni sviluppata in quattro episodi, che termina con un altro assieme di linee intersecantesi in un punto, un altro asterisco appunto, situato in cima alla struttura voltata a sesto acuto che domina il disegno.
Cosa si nasconde in quella grezza stella astratta, quel segno che più che un asterisco è il segno di direzioni che si incrociano, che identifica un fatidico punto d’origine di opposte direttrici rettilinee? Quel segno vitale, che troviamo in tutta l’opera del pittore, dono dell’Angelo che porge ciò che è desiderato e che popola tutta l’autobiopittografia kleeiana sino al 1940 in Alto guardiano (1940, 257 M7)?

Gli asterischi in Angelo porge ciò che è desiderato e in Alto guardiano, @ Image archive Zentrum Paul Klee

Gli asterischi in Angelo porge ciò che è desiderato e in Alto guardiano, @ Image archive Zentrum Paul Klee

A mio giudizio nel segno che per comodità continueremo a chiamare asterisco è da identificarsi la riduzione bidimensionale del Grau –Punkt, il punto grigio, il luogo d’origine del Kosmogenetische Moment, il momento cosmogonico, il segno che distingue la formula d’origine della forma in divenire.
Da tale luogo mentale, evocato da Klee nelle Esperienze esatte nel campo dell’arte, dal nulla assoluto l’iniziato dà vita alla creazione, separando il bianco dal nero, il caldo dal freddo, il blu dall’arancio… o un oscuro cadavere da una luminosa creazione spirituale.

Paul Klee, dal quaderno Gestaltunglehre als Begriff 1, pag 1/15 e 1/16, http://www.kleegestaltungslehre.zpk.org/ee/ZPK/BG/2012/01/01/015/ ©Zentrum Paul Klee Bern

Paul Klee, dal quaderno Gestaltunglehre als Begriff 1, pag 1/15 e 1/16
http://www.kleegestaltungslehre.zpk.org/ee/ZPK/BG/2012/01/01/015/ ©Zentrum Paul Klee Bern

Leggendo il disegno L’assassinio come fosse un racconto vediamo che in origine la firma «Klee» e l’asterisco sono separati. La figura/scrittura nasce quindi dalla interazione di due livelli che interagiscono dialetticamente entrando in una relazione sempre più stretta: quello inferiore puramente astratto e quello superiore parzialmente figurativo, ibrido, espressione di una umana vicenda.

Il primo evento che questa interazione va a generare, da sinistra, è una forma composita di linee e corpi umani. È un personaggio affetto da doppiezza e prigioniero della sua stessa costruzione, un’architettura di forma irregolare somigliante ad una capanna rudimentale. Procedendo verso destra si ha il passaggio ad una seconda stazione, dove Klee, riconoscibile dalla capigliatura, si rappresenta in fuga dalla prima situazione, ordinatamente proiettato su di una superficie ma afflitto, bloccato di fronte ad un «muro del tempo» contrassegnato dall'orologio. È una condizione di minorità che viene superata nel terzo atto di questa piccola tragedia.
Il cammino delle linee procede, superando la struttura in elevazione, e qui l’assassinio si compie, attribuendo destini diversi all’artista astratto ed alla parte di lui che vive per questo mondo. La nascita del primo comporta la morte del secondo.
Il fatto di sangue è perpetrato utilizzando come arma una lancia fatta di linee e di angoli, uno strumento la cui sostanza è grafica pura. È la sostanza stessa nella quale la creazione astratta viene generandosi che rende inevitabile la separazione delle due strade, il destino di morte e rinascita di cui Klee è simultaneamente soggetto ed autore.

Un tratto continua in basso verso destra e si interrompe, segnando la sorte dell'assassinato. Un altro tratto invece risale verso l'alto compiendo una parabola curvilinea. La ferale e vivifica vicenda – che di fatto vive di un contrasto tra concetti opposti, come abbiamo visto nel caso di Morte per un ideale – si conclude in cima alla costruzione voltata a sesto acuto, un'architettura costituita dall’adesione assoluta di Klee al potere del segno. Qui il movimento che ha dato vita al disegno ritrova il suo principio, prendendo nuovamente forma di asterisco. Questa struttura proiettata sul piano ed al di sopra del tempo domina gli avvenimenti che si svolgono al di sotto di essa. È coronata dai simboli della fertilità: linee che riprendono movimento diventando forti rami frondosi, retaggio della nuova vitalità creativa conquistata. La fattiva elevazione della quale Klee era in cerca si è compiuta. Questo è l'esito dell'assassinio: la rigenerazione di Klee in un'identità cristallina e vitale di fredda incandescenza della quale l'asterisco è la nuova fisionomia, o meglio la nuova assenza di questa. Il suo destino si compie fondendosi con la figurazione astratta.

1915. Il mio cuore, che batteva per questo mondo, è come colpito a morte; come se alle cose di quaggiù mi legassero soltanto ricordi... Potrà ora restare cristallina la mia anima?
Diari
n. 950


Klee affronta e supera alcuni punti nodali della crescita spirituale ed artistica concependo figure come l'omicida e il cadavere, che gli permettono di assecondare la propria evoluzione nell'unica direzione possibile. Tali figure sono implicite al compiersi del suo destino e vanno ad animare quella che è stata definita la sua autobiopittografia, la mitologia privata che popola il firmamento sotto il quale si svolge la vita segreta dell’artista nel mondo delle forme. Un Homo novus è venuto alla luce. Lo osserveremo nel prossimo post.

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Homo novus

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La morte per un ideale