Albero di Natale con Gesù Bambino e treno

Albero di Natale con Gesù Bambino e treno, 1884 3, matite colorate su carta, © Zentrum Paul Klee

Albero di Natale con Gesù Bambino e treno, 1884 3, matite colorate su carta, © Zentrum Paul Klee

L’amico Enzo Braconi per augurarmi un buon Natale mi ha inviato questo piccolo disegno fatto da Klee in tenera età. Niente di meglio che un piccolo post festivo che rifletta su questo lavoretto di bambino per chiudere il 2018 e propiziarci un migliore 2019.

Il disegno è conservato a Berna presso la Fondazione Klee e seppure sia stato eseguito dal maestro a soli 5 anni dobbiamo considerarlo a tutti gli effetti come parte della sua complessa “opera in 10.000 quadri”, poiché incluso per mano di Klee stesso nell’Oevrekatalog, il catalogo autografo delle proprie opere che l’artista comincia a compilare nel 1907.

Cosa vede lo sguardo retrospettivo di Klee in questo disegno per poterlo accostare ai frutti coscienti del suo lavoro? È noto l’apprezzamento dell’artista per la grafica dei folli e dei bambini, che va presa sul serio quanto tutte le pinacoteche del mondo, ma c’è altro. Albero di Natale con Gesù Bambino e treno raccoglie alcune delle figure che il maestro incontrerà ancora lungo tutta la propria vicenda creativa. Di fatto, la purezza ricercata da Klee tramite il lungo processo iconoclasta che contraddistingue i primi anni della sua formazione coincide con quella che, innata, guidava la mano inesperta ma innocente che ha tracciato questo disegno. Da adulto ha dovuto lavorare molto, operandosi in una devastante “modalità sottrattiva” per ritrovare il contatto con l’essenza degli elementi grafici allo stato puro; mentre un bimbo li traccia sulla carta senza alcuno sforzo.

Certo, riguardando il disegno fatto da bambino Klee deve essere rimasto sorpreso per la chiarezza assoluta con la quale l’energia che pervade la linea riesce ad animare la figura dell’albero. I rami che sono raggi verdi, la luce che sprizza dalle candele… Già in questa figura cogliamo l’emblematicità che fará sì che Klee adotti il ramoscello o la foglia come simbolo della fecondità stessa della grafica astratta, poichè in essa l’energia che le traccia e l’esito formale collimano alla perfezione, senza che altro segno debba suggerirci un significato.

Ancor più sorprendente è la particolarità del Bambinello, incoronato da una composizione di figure geometriche semplici che per il maestro sono cuore pulsante della propria poetica: triangoli e croci ortogonali. Segni tanto elementari da poter evocare simultaneamente tanto una corona quanto il paesaggio dei tre colli con croci tipico delle rappresentazioni nordiche del Calvario.
È un Gesù angelico quello concepito da Klee a 5 anni, un Gesù che reca un messaggio su cartiglio sul quale sono vergate lettere delle quali il piccolo Paul probabilmente nemmeno conosce ancora il significato. E in più — correttamente visto che il messaggio arriva da una dimensione “altra”, divina — il Bambino viene dotato di ali, appendici aeree che gli permettano di valicare i confini tra i mondi. È un’icona profetica, la prima dei messaggeri che ciclicamente porteranno chiarezza allo sguardo dell’artista negli anni a venire, primo ambasciatore dell’angelico empireo mitologico che il maestro ergerà a fondamento della propria patria d’elezione.

Albero di Natale con Gesù Bambino e treno ci offre l’occasione di un’altra riflessione importante. Klee dipingendo sospende il tempo scalare, collocando al di fuori di esso il procedimento poetico. La sua adesione all’assoluto esige di far brillare l'intera opera in un unico accadimento, esterno allo spazio e al tempo comunemente intesi; ciò si realizza spostando il fuoco di tutto il suo lavoro di artista dall’opera in essere all’opera in divenire. I suoi quadri vivono del tempo di una genesi, quello proprio di un piccolo cosmo poetico composto, un ritmo profondo privo di verso e direzione analogo a quello dell’universo. È questo il tempo del divenire incessante di ciò che resta sempre uguale. Ed è cosa diversa dal susseguirsi ordinato delle ore che osserviamo scorrere sulla crosta dei pianeti.
Tutto dovrà essere quindi organizzato in modo da coinvolgere in un unico progetto creativo il presente infinito così come il proprio passato, i lavori già completati, i giorni senza valore, i propri limiti fisiologici e personali, facendo sì che ogni cosa proceda insieme senza trascurare nessun elemento, poiché altrimenti non procederà affatto.

Lunedì di Pasqua, 13.4
St. Germain-Tunisi. Nella mattinata ho dipinto e fatto il bagno. Un girino svolge il suo lavoro davanti a me. Così lavorerò anch'io, proverò e riproverò, se mai la cosa si metta in moto. Una volta o l'altra riuscirà. Procedo anche indietro con il mio proiettile? Intendo indietro per colpire il bersaglio.

Diari, 926 l


Giustifica tutto quanto fatto sino a questo momento, ma non con parole. Queste erano le parole del demone che in sogno tormenta Paul Klee. E questo diventa uno dei suoi obiettivi tecnici. Alla fine di una vita di lavoro ciò che testimonia la qualità del prodotto poetico è la coesione logica e strutturale che sottende l’intera Opera, qualcosa che apparirà solo quando la stessa morte di Klee avrà perfezionato ciò che non è perfettibile in vita: una sola complessa “finita”opera d'arte, in cui si congiungono i diecimila quadri riuniti nell'Oevrekatalog.
Il senso di questa sorprendente ininterrotta attività compilatoria va ben oltre all’elvetica diligenza che pure per un quarto, per sua ammissione, appartiene alla genia ed alla prassi poetica dell’artista. L’esistenza dei quaderni rilegati in tela cerata ed i raccoglitori che fisicamente custodiscono le annotazioni ci offre la possibilità di concepire in un unico luogo materiale la totalità della sua opera. E quindi di poterla considerare, con precisione e senza errore, come un’unica entità. Così riunita è idealmente percepibile come un unico prodotto poetico, sotteso da un significato assoluto, tenuto insieme da una rete di relazioni logiche e formali tracciate e verificabili.
Iniziandone la redazione Klee accoglie nell’Oevrekatalog diverse opere eseguite in passato. Ben 16 lavori, tra fogli a colori e disegni, sono registrati agli anni dal 1883 al 1885, e cioè tra i suoi 4 e 6 anni di età. Uno nel 1888, uno nel 1890 ed altri dieci dal 1901 al 1903, dai 22 ai 24 anni. Prima di assestarsi stabilmente oltre le 100 opere all’anno, e ben’oltre, dal 1910 in avanti. Solo la morte dell’artista pone fine a tale novero, nel 1940, che a quel giorno vede sommati in esso 8918 titoli.
Albero di natale con Gesù Bambino e treno è l’ottavo di questa formidabile lista. Si è guadagnato un posto grazie all’elevato grado di purezza con la quale l’energia insita nella grafica genera le figure che il piccolo Klee avvertiva già tanto chiare in sé stesso.

Auguro a tutti voi un anno migliore di quanto si stia prospettando. Che sia ricco di rivelazioni e fortunati incontri.

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