Nudo sull’altalena

Nudo sull'altalena (1906, 15) biacca colorata su vetro con disegno inciso e colorazione multicolore retrostante, Zentrum Paul Klee (© Paul Klee Stiftung Photo Peter Lauri)

Nudo sull'altalena (1906, 15) biacca colorata su vetro con disegno inciso e colorazione multicolore retrostante
Zentrum Paul Klee (© Paul Klee Stiftung Photo Peter Lauri)

Iniziamo l’anno nuovo con kleeiana ironia! Ho scelto per voi Nudo sull’altalena (1906, 15), espressione della particolare tecnica di Klee per il lavoro su vetro, che non manca di rallegrarmi ogni volta che mi capita di porgervi occhio.

È un’opera precoce e piacevolmente irriverente, alla quale il maestro mette mano in un momento particolarmente critico della propria vicenda formativa, forse proprio per tirare un poco il fiato. Siamo nei primi anni del ‘900, anni che l’artista ha passato demolendo ogni modello pittorico esistente. Dai viaggi a Roma e Parigi ha ricavato solo la consapevolezza di trovarsi di fronte ad un compito immane e di essere completamente privo di qualsiasi modello al quale riferirsi. L’unico progresso che ascrive a proprio merito è di aver fatto piazza pulita.

3.6.1902. Dal viaggio in Italia è trascorso un mese. Un severo bilancio delle mie faccende come artista figurativo non è stato incoraggiante. Non so come, tuttavia, continuo a sperare. Forse perché riconosco che la mia autocritica demolitrice è pur basata su un certo progresso spirituale.

Diari, n.411/412

Sente di essersi lasciato alle spalle qualsiasi impressione fuorviante, ed è già qualcosa. Porta con sé solo il Michelangelo della Sistina, al quale rivolge più d’una riflessione.

Anche negli affreschi di Michelangelo qualche cosa di spirituale sovrasta l'arte. Il movimento e la muscolatura sono più che pura arte. (…)

Che, dopo aver visto Michelangelo, odi il barocco, può spiegarsi con l'essermi accorto di quanto io stesso finora fossi immerso nel barocco. Nonostante il riconoscimento che la nobiltà dello stile va perduta per la perfezione dei mezzi (con l'unica eccezione di Leonardo), mi sento risospinto verso quello stile nobile, senza esserne veramente convinto. Ardire e fantasia sono fuori di posto, ora che sono e devo essere un apprendista.

Diari, n.290

Michelangelo, venerato ma contemplato freddamente, ha segnato per lui un momento di rivelazione: Klee è colpito dalla capacità dell'antico maestro di creare un sistema chiuso, cristallino, di poetica essenziale, capace di sfiorare l'assoluto componendo diagrammi di forze, mettendo da parte il virtuosismo stilistico. Ma tutto ciò appartiene ad un passato che non ha più nulla da offrirgli.

Ormai sono tanto progredito da poter dominare la grande civiltà antica e il Rinascimento. Soltanto col nostro tempo non mi riesce di stabilire una relazione artistica. E voler creare qualcosa che non gli corrisponda mi appare sospetto. Grande perplessità.
Perciò sono di nuovo tutto satira. Devo ancora fondermi interamente in essa? Forse non sarò mai un realizzatore: comunque, mi difenderò come una belva.
Diari
, n.294


L'Italia antica è sempre l'attrattiva principale per me, la base di tutto. V'è alcunché di rattristante nel fatto che accanto non esista un presente. C'è molta ironia nell'ammirare più le rovine di quanto è bene conservato.

Diari, n.371

Sono anni duri. Klee è ancora giovane ma non più giovanissimo. Stanchezza e frustrazione arrivano al culmine nel 1905, al compiere dei 26 anni. E proprio in quel momento senso di ribellione e un piccolo colpo di fortuna lo portano ad un punto di svolta.

Giugno 1905. Sono discretamente soddisfatto delle mie incisioni, ma così non può continuare, perché non sono uno specialista. Per ora non voglio lavorare alla rinfusa, ma cercar di procedere con logica. Ho avuto un attimo di speranza quando, giorni fa, incidevo su una lastra di vetro affumicata. Uno scherzo su porcellana me ne ha dato l'idea. Dunque, il mezzo non è più la linea nera, bensì quella bianca. Il fondo non è luce bensì tenebra; che l’energia abbia la facoltà di rischiarare corrisponde infatti alle leggi della natura.

Diari, n.632

L’opera che Klee vorrà identificare quale snodo del proprio percorso è l’incisione L’eroe con l’ala, della quale vi ho proposto un primo esame trattando del vetro Senza titolo (1906 cr266).

L'eroe con l'ala (1905 38) acquaforte, MOMA ©Soichi Sunami New York

L'eroe con l'ala (1905 38) acquaforte, MOMA ©Soichi Sunami New York

Frustrato per la condizione senza speranza che L’eroe gli rimanda impudentemente e forte della nuova piccola ma potente scoperta della qualità energetica della linea l’artista si ribella ed imbocca una strada completamente nuova.
Abbandonato il freddo corrimano analitico, Klee comincia prudentemente a sperimentare nei lavori su vetro le dinamiche degli elementi formali allo stato puro. Questa tecnica, che fa emergere da una superficie opaca incisa un tratto di lucido vetro, fa vivere il quadro della stessa energia che anima la linea/luce.

Tecnica raffinata del lavoro su Vetro: 1. spalmare la lastra con uno strato eguale di tempera bianca, eventualmente spruzzandovela diluita; 2. quando è prosciugata incidervi il disegno col bulino; 3. fissare; 4. tingere in nero o a colore.
Diari, n.760


È il caso di Nudo sull'altalena, che vive nella dialettica tra il tema della ribellione alla classicità e la luminosità del tratto in lucido vetro quale sostanza della figurazione. Per apprezzare la valenza di quest’ultimo effetto è necessario, poiché nell'illustrazione va perduto, immaginare come si staglino sul fondo “neutro” il lucente carminio del nudo, delle corde e dello spesso tratto nero del quale è fatto il sedile dell’altalena.

Negli anni 1905 e 1906 è questo atteggiamento pragmatico di sperimentazione nei materiali che diventa il cuore della ricerca dei mezzi rappresentativi tecnici, che armano l'artista degli strumenti per superare Umanesimo e vecchi maestri. Ed è sempre nell’estate del 1905 che Klee pronuncia l’avvenuto ribaltamento della prospettiva poetica che da oggi in poi animerà la propria visione.

Luglio.L'oggetto in sé è di certo inesistente. È la sensazione dell'oggetto che passa in prima linea. Il prevalere di sensazioni erotiche non è soltanto una caratteristica dei francesi, bensì una preferenza di oggetti che favoriscono in modo particolare la sensazione.

La forma esteriore diventa cosi particolarmente variabile e si muove su tutta la scala dei temperamenti; con la mobilità di una lancetta indicatrice, si potrebbe dire in questo caso. Corrispondentemente variano i mezzi rappresentativi tecnici. La scuola dei vecchi maestri è certamente superata.

Diari, n.670

In rappresentanza dei vecchi maestri è chiamato in questo caso Michelangelo. Perché credo che sia proprio il maestro fiorentino a cader vittima dell’attitudine satirica — amatissima e sempre preziosa per Klee — che grazie a questa oltre che a dar sfogo al proprio spirito riesce a trattare, quale contenuto dell'opera, della propria distanza dalla perfezione. A mio parere il nudo che si diverte in altalena non è altri che una Sibilla della Cappella Sistina, nella sua geometrica anatomia, che si libra in una dimensione nuova di genesi luministica ed emancipazione spirituale, tutta kleeiana.

La Sibilla Libica, Michelangelo Buonarroti, Cappella Sistina Roma

La Sibilla Libica, Michelangelo Buonarroti
Cappella Sistina Roma

La michelangiolesca figura classicheggiante si gode finalmente la libertà, e questa libertà gli viene direttamente dal nuovo potere grafico acquisito da Klee nelle nuove scoperte. Poiché è la linea astratta stessa che fa da sedile all'altalena: la Sibilla sta seduta su di uno spesso tratto scuro che non è altro che un astratto segmento di retta, ben più largo infatti della distanza tra le estremità delle corde alle quali è legato. Klee ha donato alla Sibilla nuova vita. Ciò è reso possibile per quella che è la natura del suo gesto creativo: dare vita alle forme togliendo materiale opaco dalla lastra di vetro, liberando la luce.
La consapevolezza delle potenzialità che la linea/luce ha messo nelle sue mani permette di superare d'un balzo i limiti imposti dall'intelletto. Nel passaggio alla creazione pura i dubbi e le contraddizioni analitiche si dissolvono. Non c’è per me né verità ne errore… Ecco perché la Sibilla è rappresentata libera dai vincoli della statica classica e dà spettacolo, affrancata dalla natura — evocata nella campitura verde sulla quale essa si libra — potendo finalmente concedersi un coboldico riso.

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